venerdì 9 dicembre 2011

Benzina, quanto mi costi?



L'aumento dell'accisa sul carburante, è stata una delle prime misure che il Governo Monti ha applicato nella manovra finanziaria salva Italia. Ad oggi, risulta essere l'argomento che più sta mettendo sul piede di guerra i cittadini italiani, autotrasportatori, rappresentanti d'azienda e imprenditori, che vedono in questo rincaro l'aumento dello stato di crisi in cui versa il mondo del lavoro. Infatti, è molto forte il rischio che parecchie imprese siano costrette a chiudere perché non riusciranno a compensare il costo del trasporto con quello delle vendite. Ma la crisi non si fa sentire soltanto nel mondo dell'impresa, infatti, anche la famiglia sarà colpita duramente da questi costi esorbitanti. Pensate ad una famiglia dove lavora soltanto un membro della famiglia che ogni giorno va al lavoro e fa 60 kilometri, con un costo medio del carburante di 1.70 €/cent a litro mensilmente spenderà intorno ai 250 euro di carburante. Mettiamo caso che il soggetto in questione abbia uno stipendio di 1000 euro, un affitto da 300 euro, spesa da fare 200 euro, 250 euro di carburante, e altre spese per 100 euro, cosa gli resterà in tasca? Niente, o solo pochi spicci che non gli consentiranno di vivere e far stare bene la propria famiglia.
Ma andiamo più nel dettaglio analizzando il termine accisa. Cos'è l'accisa?
L'accisa è una imposta che non grava come l'IVA sul valore, ma sulla quantità di prodotti messi in vendita dal produttore. Le accise più conosciute sono quelle che riguardano gli alcolici, i tabacchi e i prodotti energetici.
L'imposta di accisa viene espressa come aliquota rispetto all'unità di misura del prodotto: in pratica, per ogni tot di un certo prodotto, viene calcolato un tot percentuale sottoposto all'accisa. Per questo motivo, l'accisa stessa è soggetta ad IVA.
Ma di sicuro le più soggette a polemica sono quelle legate al carburante. Pesano le maxi-accise sulle reti carburanti al Sud la verde ha raggiunto un record di 1,766 euro al litro mentre il gasolio ha toccato l'1,724.
Il prezzo medio praticato oggi sulla benzina va dall'1,708 euro al litro di Esso all'1,716 di Tamoil, mentre per il diesel si passa dall'1,685 euro a litro di IP all'1,700 di Tamoil.  
Relativamente ai costi, sono molte le immagini che circolano sul web, si vedono infatti tabelle informative che ritraggono i vari costi dei carburanti  in paesi come al Svizzera o la Slovenia, dove i costi risultano essere ragionevoli. La disperazione così, continua a crescere e allora la gente si porge diversi interrogativi.
Cosa si può fare per fronteggiare questo costo? Molti inneggiano al rifiuto di non far benzina in un determinato giorno, altri dicono che sarebbe giusto che il governo ritiri quest'aumento dell'accisa, be se devo esprimere un parere strettamente personale, dico che nessuna delle due ipotesi è praticabile.
Nel primo caso di uno sciopero del consumo è inapplicabile, visto che il carburante è ormai diventato un bene primario per l'intero pianeta.
La seconda ipotesi, ovvero, quella del ritiro dell'aumento dell'accisa è impraticabile perché ormai il piano salva stato è stato applicato e non c'è più niente da fare. Quindi che fare?? Arrendersi a ciò? Dovremmo tornare al vecchio mulo ?? Ironia a parte, giudicate voi.

1 commento:

  1. Possono fare tutti gli aumenti che vogliono, purtroppo non possiamo rinunciare all'uso dei carburanti! Piuttosto che fine hanno fatto i progetti per l'utilizzo di fonti energetiche alternative (tipo l'idrogeno) con costi piu bassi e percorrenze più lunghe?

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